Governatore della Banca d’Italia.
Dopo una lunga carriera nell’Istituto, ne diviene governatore dal 1993 al 2005.
Ho conosciuto il presidente Colombo nel 1964, allorché, dopo la crisi inflazionistica del 1963-1964 e l’azione di stabilizzazione condotta attraverso la politica monetaria (realizzata in particolar modo mediante la Banca d’Italia), Emilio Colombo fu invitato dal presidente Carli a un pranzo in Banca d’Italia: si trattava di un incontro molto allargato. Io ero tornato dagli Stati Uniti, dove ero stato dal 1962 fino a tutto il 1963, e avevo messo a punto, per incarico di Carli, una prima versione di quello che poi sarebbe stato il modello econometrico della Banca d’Italia. Si parlava naturalmente della crisi e della stabilizzazione da attuare attraverso le politiche restrittive e monetarie e, se ben ricordo, anche fiscali.
Nacque lì quella che la sinistra avrebbe definito come la ben nota «linea Carli-Colombo». Essa, però, non era che un’opera di stabilizzazione dell’economia per evitare la crisi della bilancia dei pagamenti, del cambio e dell’inflazione, che avrebbe vanificato anche i miglioramenti di reddito reale che erano stati ottenuti in tutto il decennio precedente. Fui favorevolmente colpito da Emilio Colombo in quella fase: lui aveva poco più di quarant’anni e io ne avevo meno di trenta. Durante il pranzo, i commensali plaudevano – chiaramente secondo la mentalità dei banchieri – a questa azione restrittiva.