
Esponente dell’antifascismo napoletano, è stato militante e dirigente del Partito Comunista Italiano. Deputato, quasi ininterrottamente, dal 1953 al 1996, è stato membro del Parlamento europeo, Presidente della Camera dei deputati, Ministro dell’interno e per il coordinamento della protezione civile e senatore a vita. È stato eletto Presidente della Repubblica per due volte, rimanendo in carica dal 2006 al 2015.
Emilio Colombo, per molteplici aspetti, è stato un rappresentante importante della Democrazia cristiana, ossia del partito egemone nella storia della Repubblica, almeno fino ai primi anni Novanta. Certamente è stato un esponente dell’area moderata, anche se non penso che questa definizione sia esaustiva, poiché egli è sì stato esponente dell’area moderata, ma anche di quella repubblicana (non va dimenticato, infatti, che egli, nel 1946, si era battuto per la Repubblica), meridionalista ed europeista: per questa ragione, possiamo dire che sia stata una personalità i cui diversi volti, le cui diverse componenti, devono essere egualmente messe in luce.
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Egli, infatti, si è occupato molto del Mezzogiorno: è stato un esempio di rappresentatività per ciò che riguardava il suo profondo legame con una piccola ma cruciale regione del Sud, la Basilicata
(…). Colombo è sempre stato vicino alla sua terra e alla sua gente.
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Quanto alla sua storia politica, devo dire che un elemento di eccellenza fu senza dubbio il forte sentimento democratico che derivava da una piena adesione agli ideali dell’antifascismo; Colombo fu cioè un uomo moderato, di centro, mai di destra. (…) Come deputato di sinistra all’opposizione per trent’anni dovrei dire che un suo limite fu proprio il «moderatismo», un eccesso di cautela posto nell’affrontare i problemi come quelli del Mezzogiorno e, più in generale, quelli relativi agli indirizzi di politica economica, finanziaria e sociale. (…) In conclusione, volendo racchiudere in una sintetica battuta – cosa che naturalmente è sempre un po’ rischiosa – le caratteristiche essenziali della personalità e del ruolo di Emilio Colombo, sottolineerei di lui le «virtù dell’equilibrio» e «i limiti del moderatismo».