
Presidente del Partito liberale democratico della Germania ovest, ha ricoperto il ruolo di ministro degli Interni dal 1969 al 1974, è stato anche Ministro degli Esteri dal 1974 al 1992, e Vice-Cancelliere dal 1982 al 1992. Ha presieduto l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nel 1991.
Ricordo che la presidenza del Parlamento europeo di Colombo fu di grande importanza: già all’epoca era un uomo di grande prestigio internazionale e, grazie alla forza della sua personalità, era stato in grado di dare un nuovo volto e un nuovo peso a quella carica e al Parlamento. Devo dire che ero molto impressionato e tuttora, a distanza di anni, provo ammirazione per il modo in cui lottò con successo per i progressi dell’integrazione europea. (…)
Vi fu una collaborazione molto stretta tra noi e i nostri staff, perché avremmo dovuto presentare un piano strutturato. Ci sono sempre nei governi, e ce n’erano anche allora, gli scettici, ma per me, all’epoca, era importante che l’iniziativa venisse supportata dall’opposizione, costituita dall’Unione cristiana democratica e dall’Unione cristiana sociale, così da obbligare anche i personaggi più refrattari del Partito socialista tedesco a seguire quella via.
Il mio rapporto di amicizia con Colombo nacque in quel periodo dal fatto che guardassimo nella stessa direzione e prendessimo l’Europa molto sul serio. Colombo aveva una personalità notevole e per me rientra tra i grandissimi europei del secondo dopoguerra. La nostra comune iniziativa prese le mosse nel 1981, mentre la Dichiarazione di Stoccarda fu firmata nel Consiglio europeo del 1983.
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Durante la nostra collaborazione come ministri degli Esteri, io e Colombo avemmo un rapporto del tutto armonioso. Tutta la nostra amicizia fu un unico meraviglioso aneddoto.
Sono molto contento di aver avuto l’occasione di conoscerlo e di essergli amico: a mio avviso, egli è stato uno dei più grandi europei del secondo dopoguerra, un grande statista, un buon amico personale e un caro amico del mio Paese.