
Formatosi nell’Azione cattolica piemontese, di cui è stato anche presidente, è eletto Deputato all’Assemblea Costituente per la Democrazia Cristiana. Rimane deputato al Parlamento in tutte le legislature dal 1948 al 1992. Più volte sottosegretario, è stato ministro dei Trasporti e dell’Aviazione Civile, della Pubblica Istruzione, dell’Interno. Prima vice presidente, poi presidente della Camera dei Deputati, è stato Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.
All’alba della nostra Repubblica, ero tra i giovani, ma non ero giovane come Colombo. Sapevo che vi era un collega, giovanissimo, che compiva gli anni durante la campagna elettorale, giusto in tempo per essere eletto all’Assemblea costituente. Avevo già sentito parlare di lui: facevo parte dell’Azione cattolica ed Emilio Colombo era vicepresidente nazionale dei giovani. Ci siamo conosciuti personalmente all’Assemblea costituente: tuttavia, nel ricordarlo, dentro di me prevale questa radice di comune appartenenza all’Azione cattolica, anche perché in un certo senso il nostro viaggio politico, durato dall’Assemblea costituente ad oggi, non accomuna molti. Esso ha portato Emilio a muoversi, quasi esclusivamente, o certamente in modo assai prevalente, nel settore dello studio e dell’applicazione della finanza, mentre il sottoscritto, magistrato, è stato occupato soprattutto in settori politici e in responsabilità e studi inter-giuridici: pertanto direi che le nostre strade sono state sulla via comune, ma settorialmente distinte. Nacque subito, soprattutto per la giovane età e per la radice di partenza, un sentimento di simpatia, quindi di affetto e di amicizia. Questi sentimenti sono a consolazione di ciascuno di noi.